Lapo
Becherini

Working with athletes
for the atlethes

Lapo Becherini considera l’umano sportivo non più come un insieme di due fattori, mente e corpo, come viene convenzionalmente riconosciuto, bensì come una struttura iper-complessa. Da questa premessa emerge la necessità di pensare l’umano sportivo come l’insieme di un puzzle dove ciascun pezzo è fondamentale e necessariamente connesso agli altri in maniera imprescindibile per la realizzazione dell’insieme, ovvero lo sviluppo integrale dell’umano sportivo.

Grazie alla sua esperienza multidisciplinare ed il suo percorso di studi, e nello specifico al master in” Profesional en Alto Rendimiento en Deportes de Equipo” conseguito in Spagna, Lapo Becherini ha sviluppato un approccio unico all’allenamento della forza e della potenza, applicabile a qualunque atleta di qualsiasi disciplina. Secondo Lapo, l’allenamento della prevenzione degli infortuni andrebbe sviluppato attraverso una proposta integrale con particolare attenzione alla specificità della forza richiesta ed espressa all’interno dello sport praticato

L’uomo
prima dell’atleta

Il primo passo consiste nella realizzazione di test valutativi. Questi aiutano a definire le strategie di preparazione fisica allo scopo di migliorare la performance e ad avere una chiara immagine dello stato di forma. Si tratta di un elemento chiave nell’analisi dei bisogni e nella valutazione individuale. Esaminare e comprendere le reali necessità fisiche e gli indicatori chiave della performance relativa alla disciplina praticata dall’atleta aiuta ad individuare e selezionare i test maggiormente indicati. L’obiettivo finale consiste nello sviluppare una proposta integrata che non punti a migliorare solo un’unica capacità condizionale, poiché il processo di miglioramento deve rappresentare un unico sistema integrato.

Il secondo passo si realizza attraverso lo sviluppo di una struttura e di un ciclo di allenamento e competizione che dovrà essere allineato con il calendario dell’atleta e con i suoi obiettivi. Lavorare su traguardi di medio-lungo termine richiede l’adozione di micro-cicli che comprendano obiettivi di breve termine in modo da tracciare l’andamento del percorso. Ogni dettaglio sarà organizzato in accordo con l’atleta e il suo staff.

Il terzo passo consiste nel mettere in pratica il metodo, partendo da quanto emerso durante i due passi precedenti. Sarà fondamentale evitare che l’atleta raggiunga il processo di adattamento, e per farlo occorrerà introdurre stimoli sempre nuovi, diversi e distinti ma specifici per la disciplina praticata, apportando modifiche al micro-ciclo successivo. Secondo Lapo Becherini infatti con il raggiungimento del processo di adattamento viene meno il processo di miglioramento, che include la continua risoluzione di problemi da parte dell’atleta in modo da prepararlo ad affrontare le situazioni più diverse durante le sessioni di allenamento e/o competizioni.

Il quarto passo include l’analisi dei carichi di lavoro interni ed esterni insieme all’ottimizzazione dei processi di recupero. Lo scopo consiste nel fornire all’atleta le capacità necessarie per una massima prestazione durante la fase competitiva. Il miglioramento quotidiano è l’obiettivo principale, e verrà monitorato andando ad analizzare e valutare la performance espressa durante ogni competizione e microciclo. Nel caso in cui l’atleta disponga di uno staff multidisciplinare, sarà importante instaurare un dialogo continuo ed aperto a feedback e valutazioni, in modo da ottimizzare la proposta d’allenamento integrata.

È essenziale conoscere
e comprendere le esigenze
fisiche e gli indicatori chiave
della performance
in relazione allo
sport praticato.
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